Il felice ritorno della riparazione
Quest’arte, come ben saprai, non nasce oggi ma esiste dalla notte dei tempi... ed è figlia del buon senso, cioè quando si rompe una cosa, si ripara! Un fatto ovvio che le nostre società moderne hanno però dimenticato, a favore della nuova e cattiva abitudine di buttare quello che si rompe e ricomprarlo nuovo. Una logica, questa, diventata ormai insostenibile e che apre la strada al ritorno della buona vecchia abitudine di tenere bene le cose. Il concetto di riparabilità non ha nulla di misterioso. Un oggetto può vivere più a lungo se è possibile sostituire o riparare uno o più pezzi.
E si oppone a un altro concetto, molto discusso da qualche tempo: l’obsolescenza programmata, ossia il fatto di progettare i prodotti con una durata di vita limitata obbligando così i consumatori a ricomprarli regolarmente.
Con la riparabilità, invece, si entra nella logica virtuosa e sobria dell’economia circolare.In altre parole, si esce dallo schema "produrre > consumare > gettare" per tornare a una dinamica che consuma poche risorse e materie prime:produrre > usare > riparare (o riciclare) > riutilizzare.