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NFT: qual è il loro impatto sull’ambiente?

Nft: qual è il loro impatto sull’ambiente?

Forse lo sai già: le grandi marche lanciano i loro primi NFT. Di che si tratta? Cos’è il rapporto con l’ambiente? 

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Partiamo dall’inizio: cosa sono gli nft?

NFT sta per "Non-Fungible Token".
«Fungibile» è un termine economico che si riferisce a un bene o un attivo che può essere scambiato con un altro bene o attivo dello stesso valore. Un elemento «non fungibile», invece, non può essere scambiato.
Un NFT è quindi una registrazione digitale alla quale è collegato un certificato di autenticità che lo rende unico. Con un NFT, un acquirente diventa proprietario di un bene digitale: un quadro, un video, una fotografia, un meme, l’elemento di un videogioco, un film, ecc.
Anche se questo rimane visibile a tutti, una persona è ufficialmente proprietaria e può dimostrarlo grazie a questo gettone.
Per approfondire l’argomento, puoi leggere questo articolo sul decriptaggio.

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Come funziona un nft?

Un NFT si basa su una blockchain. Altra parola nuova? Bisogna tenere duro per seguire il discorso.

Tornando alla storia della blockchain: è una tecnologia per stoccare e trasmettere informazioni, trasparente, sicura e senza organo centrale di controllo. Può essere condivisa contemporaneamente da tutti gli utilizzatori e non dipende da nessun organo centrale. Ha il vantaggio di essere veloce e sicura. La nota dolente è che alcune blockchain consumano molta energia. A grandissime linee (e non è obbligatorio leggere il seguito), la blockchain funziona per blocchi di transazioni. Per validare un blocco, bisogna far girare degli algoritmi e risolvere calcoli molto complessi. Un modo di mettere tutto al sicuro, se si vuole. Solo che questi algoritmi non fanno tutto da soli: hanno bisogno di grossi server, che consumano molta energia.

Puoi riprendere a leggere da qui.
Per farti un’idea, il trasferimento di bitcoin, ad esempio, equivale a tenere un asciugacapelli acceso per 20 ore. Sono un sacco di punte secche e di mèches rovinate!
(“ma a cosa serve?” ti starai ancora chiedendo. In breve, grazie alla blockchain, un NFT è unico. E quindi? Semplice: una cosa unica, ha valore).

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NFT: qual è il loro impatto sull’ambiente?

Perché se ne parla? 

Perché esistono delle alternative, se non green, un pò meno problematiche per l’ambiente. Per farti un’idea, stiamo parlando di trasferimenti che consumano meno dell’invio di una e-mail (ma non è un buon motivo per continuare a cliccare “Rispondi a tutti” senza pensarci troppo).
Tornando all’esempio dei capelli, parliamo di una fonata di circa 2 secondi.

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Ma perché un’azienda dovrebbe decidere di lanciare un nft di “vecchia” tecnologia?

Ottima domanda. Apparentemente il motivo è semplice. O comunque lo sembrava quando Valentin Auvinet, Leader NFT di DECATHLON, me lo ha spiegato: la compatibilità con il più grande marketplace (il posto virtuale dove si comprano e si rivendono gli NFT). Certo, ha la sua importanza.

Ma… non è tutto. È possibile scegliere un meccanismo che consuma meno energia. Quindi è arrivato il momento di parlare di un nuovo concetto: Proof-of-Stake (PoS). Un meccanismo molto diverso dalla Proof-of-Work, il metodo “tradizionale” con gli algoritmi.
La Proof-of-Stake non si basa sul principio di mining (che comporta dei calcoli da fare) ma… per questo, ho chiesto l’aiuto di Valentin: “È una validazione con un sistema di voto. Il "peso" dei voti è legato al numero di utilizzatori che hanno delegato il loro potere tramite l’ammontare di criptovalute che possiedono”.
Ricorda che la PoS consuma meno energia grazie alla sua modalità di funzionamento. Per approfondire l’argomento, il sito Tezos prova a dare una sua spiegazione: “Nel caso della prova di partecipazione, i validatori non sono in concorrenza tra loro per risolvere gli enigmi crittografici. Invece, la rete distribuisce la produzione di blocchi in base alla percentuale di partecipazione di una persona nella rete."
Per farsi un’idea, un trasferimento sulla rete Tezos consuma circa 2,4 E-4 g di CO2e a ciclo, ossia 2,5 g CO2e a transazione. Per fare un confronto, un’e-mail consuma 4 g di CO2e a transazione.

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Ok, ma cosa si può fare in pratica con gli nft?

È questione di punti di vista.

Il WWF ha tentato qualcosa di recente (inizio 2022), per raccogliere fondi da destinare alla conservazione degli habitat minacciati e alla salvaguardia delle specie in via di estinzione. L’esercizio è pericoloso perché, come sarà ormai chiaro, oltre il concetto di NFT, quello di blockchain ha un impatto molto più importante. L’ONG ha in seguito dichiarato di continuare a cercare nuovi modi di coinvolgere le persone.

In tutt’altro universo, Guerlain propone di partecipare al Reaverse per aiutare le cripto-api. Si tratta, in pratica, di vendere NFT per finanziare la rinaturalizzazione di una riserva di 28 ettari.“Ogni cripto-ape ha caratteristiche uniche ed è collegata a uno dei 1.828 lotti della riserva naturale. La collezione comprende 4 livelli di rarità”. Il Reaverse si basa sulla piattaforma Tezos, giudicata “più responsabile” (ne abbiamo parlato prima).

Il settore dell’energia (tra cui le società francesi EDF ed Engie) ha capito l’utilità di preoccuparsi dell’argomento lanciando nel 2021 un Crypto Climate Accord.
Ispirato all’Accordo di Parigi, l’obiettivo globale del Crypto Climate Accord (CCA) è decarbonizzare il settore mondiale della criptografia dando priorità alla gestione del clima e sostenendo la transizione dell’intero settore verso emissioni nette di gas a effetto serra pari a zero entro il 2040. L’accordo comporta due obiettivi intermedi specifici:
- raggiungere emissioni nette pari a zero del consumo di elettricità per i firmatari dell’ACC entro il 2030,
- elaborare norme, strumenti e tecnologie con i sostenitori del CCA per accelerare l’adozione di blockchain e verificare i progressi fatti per raggiungere il 100% di energia rinnovabile entro la COP30 della CCNUCC (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) nel 2025.

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Gli nft in Decathlon

“Il progetto Barrio di Kipsta è il primo nell’universo della Blockchain e degli NFT. Vogliamo circondarci di partner di riferimento nei rispettivi universi: Séan Garnier per il calcio freestyle e Nomadic Labs e Tezos, nella blockchain. Speriamo che la collaborazione con Séan Garnier ne richiamerà molte altre; e non vediamo l’ora che il pubblico accolga a braccia aperte questo nuovo duo”, spiega Valentin Auvinet, NFT Leader in Decathlon.

Questo primo progetto di NFT in Decathlon è molto significativo: i beni digitali e fisici si intrecciano tra loro. Ogni scarpa della collezione (qui, dei modelli da street football) è abbinata a un NFT sotto forma di “golden ticket”, che dà accesso a diverse esperienze online.

Per ora, offriamo gli NFT di Decathlon. Per averne uno, bisogna acquistare un prodotto compatibile che permette di ricevere un numero di serie da inserire nel sito dedicato per ottenere l’NFT.

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Non hai capito tutto nei particolari? È normale! Il cantiere delle criptovalute e di altri NFT è ancora all’opera. Ma devi continuare a mantenere la famiglia e riflettere sull’argomento... E già non è male!

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Bérangère

Praticante di bike to work e costantemente informata. Runner in crescita. Cicloturista che tiene duro.
Medaglia d’argento a biliardo (francese)!
Kids friendly.

#TeamDecath

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