Secondo un altro rapporto pubblicato dal National Geographic nel 2018, nello stesso arco di tempo le spiagge simbolo della costa ovest degli Stati Uniti (Venice, Newport, Santa Monica) potrebbero ridursi di due terzi. Ma oltre a consumare le spiagge, i cambiamenti della temperatura, delle correnti marine e dei venti, l’erosione costiera e le catastrofi naturali sempre più frequenti ostacolano la formazione delle onde, che possono essere improvvisamente più alte o molto più basse.
In Francia, è colpito anche il litorale aquitano e l’erosione ha fatto ritirare le spiagge di decine di metri in pochi decenni. Le scuole di surf di Lacanau, cresciute in numero di nove volte tra il 1995 e il 2016, hanno deciso di unirsi per trovare modi più rispettosi di usufruire delle spiagge. A Tahiti, che ospiterà le prove di surf delle Olimpiadi 2024, anche la comunità Teahupo’o si mobilita con un collettivo per lanciare l’allerta sugli effetti che le installazioni faraoniche avranno sulla salute del litorale e delle onde. Ora più che mai, anche surfisti e surfiste sono gli occhi del cambiamento climatico: grazie ai professionisti del surftech, oggi esiste una pinna da tavola intelligente (detta SmartFin) capace di raccogliere dati oceanografici destinati agli studi scientifici sul litorale.