Decathlon e la lotta al lavoro forzato

Decathlon e la lotta al lavoro forzato

La testimonianza di Krishna KUMAAR DHAMODARAN, Leader team in produzione, referente della lotta al lavoro forzato.

Secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), nel 2016 quasi 25 milioni di persone in tutto il mondo sono vittime del lavoro forzato. Gli effetti economici e sociali dell'emergenza sanitaria hanno accresciuto la vulnerabilità delle popolazioni più esposte a questo rischio.

Decathlon e la lotta al lavoro forzato

Krishna kumaar dhamodaran, project manager – lotta al lavoro forzato nella supply chain

“In Decathlon,  il nostro obiettivo nel far fronte al lavoro forzato è rendere la Supply Chain più trasparente e più etica. Pertanto, da due anni siamo focalizzati sulla responsabilizzazione dei nostri collaboratori e dei nostri fornitori su questo tema.
Migliorando le competenze a monte della Supply Chain e adottando strumenti adeguati, abbiamo potuto definire i nostri principali rischi e le priorità d'azione.

Nel 2022 continueremo a sviluppare questi strumenti, a rafforzare le nostre squadre e ad acquisire le competenze che ci permetteranno di applicare misure di attuazione efficaci e sostenibili. Inoltre collaboreremo con le diverse parti interessate per servirci dell’intelligenza collettiva, e quindi spingerci ancora più lontano e più velocemente”.

Come rendere la supply chain più trasparente e più etica?

Nonostante l’auditing della nostra Supply Chain (per i fornitori di Livello 1 e alcuni di Livello 2), ogni Paese ha dei limiti normativi che non coprono necessariamente tutti i bisogni di Decathlon in termini di diritti umani.
Sotto l’impulso della legge britannica sulla schiavitù moderna [Modern Slavery Act] del 2015, e successivamente della legge francese in materia di Due Diligence del 2017, Decathlon continua ad approfondire il suo impegno su tre temi collegati alla schiavitù moderna: il lavoro forzato, il recruiting responsabile da parte dei nostri fornitori e la schiavitù del debito.

Nel 2021, abbiamo rafforzato i nostri requisiti e cambiato la griglia di auditing come segue:
■ sono state aggiunte nuove voci al livello inaccettabile (E) riguardo alle modalità di recruiting con intermediari, all’accompagnamento dei lavoratori migranti prima e dopo il loro arrivo e alla libertà di movimento nei dormitori e sul luogo di lavoro;
■ sono state inoltre aggiunte dieci nuove domande sulle modalità di recruiting dei nostri fornitori, che si impegnano a non fare pagare commissioni ai lavoratori.
Per rendere più comprensibili questi nuovi requisiti, Decathlon ha messo a disposizione dei suoi fornitori un toolkit completo di immagini per ogni nuova domanda della griglia di auditing.

Oltre all’aggiornamento della griglia di auditing, nel 2021 abbiamo fatto altri passi avanti nella lotta al lavoro forzato:
■ due guide di accompagnamento per i partner industriali, con l’integrazione alla griglia di auditing e al Codice di condotta delle linee guida per i dormitori e il recruiting etico (create nel 2020); quest’anno sono state diffuse anche in tutti i Paesi considerati più a rischio (la cartografia dei rischi è allegata alla dichiarazione sulla schiavitù moderna [Modern Slavery Statement] del 2020 di Decathlon;
■ perfezionamento delle competenze dei collaboratori e dei fornitori attraverso un webinar dedicato, con più di 100 persone sensibilizzate sugli 11 indici di lavoro forzato definiti dall’OIL; incontri di sensibilizzazione rivolti ai lavoratori direttamente negli impianti produttivi; un poster che illustra tali indici in tutti i Paesi prioritari (procedura già attuata in 58 centri);
■ un corso erogato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) che permette di formare 15 OPM-SD sulle modalità di recruiting dei lavoratori migranti;
■ il lancio dell’app Apprise nei paesi a rischio per permettere agli auditor di individuare i casi di lavoro forzato sul terreno e aggiungere domande extra in fase di colloquio con i lavoratori nel rispetto della privacy; 58 siti di produzione hanno usato Apprise nel 2021.

Esempio di poster messo a disposizione dei fornitori

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