Gli strumenti dell’economia circolare
L’economia circolare, che progredisce in certe regioni (tra cui l’UE), ha ancora molta strada davanti a sé. Secondo l’ultimo rapporto della Circle Economy Foundation, la circolarità dell’economia mondiale, in realtà, ha fatto un passo indietro negli ultimi anni! Frenata dalla crescente estrazione delle materie prime, è passata dal 9,1% nel 2018 al 7,2% nel 2023.
Quindi è importante fare leva sugli strumenti disponibili. Tra questi:
- L’ecodesign : uno dei grandi requisiti essenziali per allungare il ciclo di vita dei prodotti. Quasi l’80% dell’impatto ambientale di un prodotto viene determinato dal modo in cui è progettato ! Il punto è studiare, prima di tutto, come potrà essere smontato, riparato e riciclato.
- Riciclo: un passaggio obbligato. Un esempio semplice: in una tonnellata di smartphone è possibile trovare una quantità di oro 200 volte più grande che in una miniera naturale! Quindi è fondamentale prima di tutto sviluppare le filiere e sensibilizzare i cittadini.
- Le reti locali e solidali: consumando “locale” è possibile attivare i circuiti corti, tipici dell’economia circolare. Pensiamo, ad esempio, alle associazioni di consumatori che sostengono i produttori agricoli locali creando un collegamento tra i cittadini e il loro territorio.
- La seconda mano: il mercato dell’usato è un elemento centrale dell’economia circolare, perché permette di limitare nuove produzioni (il famoso «Ridurre»). Indumenti, libri, attrezzature sportive, dispositivi elettronici, ecc. Le occasioni per rivendere e comprare non mancano!
- La manutenzione e la riparazione: per far durare di più i prodotti, ritardando così il loro fine vita e riducendo la quantità di rifiuti. Si tratta di riparare prodotti talvolta difettosi, sostituire i pezzi consumati, fare una manutenzione regolare. Prevenire invece che curare!
- L’economia della condivisione.Si sviluppano i cosiddetti scambi «tra pari», che consistono nel condividere o scambiarsi un bene o un servizio tra consumatori. Qui citiamo il car sharing o il car pooling; il prestito, lo scambio o il noleggio di attrezzi (per il bricolage, ad esempio); o anche i sistemi di scambio dei servizi.
In generale, l’economia dell’uso, contrapposta al tradizionale modello di proprietà dei beni, è un’alternativa efficace: meno produzione, meno sprechi (se la produzione è ridotta, anche il consumo di risorse naturali, materie prime, energia e acqua diminuisce). Anche l’allungamento della durata di vita è considerato fin dalla progettazione in quanto i prodotti vengono studiati per essere usati in modo intensivo e sostenibile, favorendo la riparazione, il riutilizzo e il ricondizionamento prima del riciclo a fine vita. In breve, il principio è sempre lo stesso: usare, riparare, far durare… Il riciclo come soluzione ultima.